Le sue note accompagneranno la cerimonia d’apertura dei Mondiali di Nuoto 'Roma09'. Intanto venerdì prossimo Giovanni Allevi sarà protagonista nella splendida cornice di Villa Reale a Monza. Un concerto che si preannuncia incantevole sia per l’ambientazione, che per l’artista presente.
Maestro, il 10 luglio suonerà alla Villa Reala, un gioiello architettonico che si presta come grande scenario per i concerti. Sarà la prima volta?
Sì, non ci sono mai stato prima e non voglio scoprire il posto attraverso le foto. Tutti mi dicono che è un posto meraviglioso e ammetto di essere molto curioso. Preferisco aspettare e osservarlo di persona.
Poi il primo settembre si esibirà all’Arena di Verona. Nel suo calendario non mancano le location cariche di fascino.
A Monza ci sarò solo io con il mio pianoforte. Invece all’Arena suonerà con la All Stars Orchestra, un’orchestra sinfonica composta da ottanta musicisti internazionali. Saranno entrambe due serate magiche. Poi mi esibirò anche in piazza del Plebiscito a Napoli.
Ma ho ancora un grande sogno: suonare alla Scala. In Italia ho avito l’onore di calcare i maggiori palcoscenici, manca quello scaligero che rappresenta un unto di arrivo importate per un musicista.
L’hanno definita il filosofo del pianoforte. Qual è dunque il suo pensiero sulla musica.
Ho una mia filosofia sulla musica e sul piano, col quale dialogo e parlo. Il pianoforte è animato, io sperimento i miei limiti e la mia forza, mentre lo strumento testa le mie capacità: Le note conducono ogni volta in una nuova dimensione, le emozioni mi conquista sempre.
Le viene attribuito il merito di aver avvicinato molti giovani alla musica classica. In effetti i suoi concerti sono seguiti spesso da ragazzi che altrimenti non ascolterebbero un piano solo con altrettanto entusiasmo.
E’ una meravigliosa sorpresa, forse la più bella che possa celebrare. L’entusiasmo dei giovani non l’avevo previsto e mi riempie di gioia.
Certo, la sua aria da etero ragazzino l’aiuta. Ma come si concilia con la serietà di alcuni luoghi seriosi, come il concerto di Natale che ha diretto in Senato?
Di sicuro non sono responsabile della mia fisicità. Quando ero meno famosino (dice proprio così, ndr.) mi capitava di essere fermato per strada per dare indicazioni. Spesso non ero in grado di dare le informazioni necessarie, però già questo dimostrava che ispiro sicurezza. E simpatia, perché no.
Molti complimenti ma anche qualche critica. Nei mesi scorsi è stato protagonista di un violento dibattito sulla sua musica e la sua arte.
Sono un amate della filosofia del linguaggio. Preferisco dire così: ho ricevuto una pesante frecciata da alcuni colleghi, ma sono molto amato dal pubblico. Ecco, così va meglio.
Sì, in effetti sono stato oggetto di una critica molto violenta. Ora posso anche aggiungere che quelle parole non hanno mosso le mie note, né l’entusiasmo del pubblico. Significa che la mia musica ha portato un cambiamento, che la creatività va oltre le parole negative.
E della sua imitazione che ne pensa?
E’ molto bella, so che ci sono anche gruppi mascherati ispirati a me, li ho visti su internet.
Terminate le date live quali sono i suoi prossimi progetti?
Mi piace pensare che un mio concerto non sia una promozione discografica, quanto una diffusione della musica stessa. Compongo nuovi lavori senza pensare a cosa diventeranno. L’ottica del marketing non mi riguarda e cerco di tenerla lontana dal pentagramma.
Pensiamo alla musica, sempre. Dicono che è in crisi. Magari saranno i dischi a essere in crisi. Ma la musica? Quella no, gode ottima salute.
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